Sviluppo della Mediazione nelle Scuole anche come educazione alla legalità e prevenzione al disagio giovanile è mezzo per prevenire e trasformare i conflitti che destabilizzano le Istituzioni, conflitti che possono nascere tra gli allievi, tra gli allievi e gli adulti e tra gli stessi adulti.
Il nostro progetto
Il progetto di Mediazione, pensato per le scuole di primo e secondo grado, è nato nell’anno scolastico 1997-98 dall’incontro di vari fattori:
- L’esperienza di Maria Rosa Mondini, quale docente e pedagogista, ha fatto emergere la necessità di sviluppare la cultura della Mediazione in ambito scolastico con il Progetto.
- Rapporto e stili di comunicazione fra ragazzi che fanno e/o subiscono prepotenze a scuola, Progetto presentato al Provveditorato agli Studi di Bologna nell’ambito dell’Osservatorio per la dispersione scolastica e per il successo formativo degli allievi nella sua composizione interistituzionale. Tale Progetto sviluppava il concetto di Mediazione. Maria Rosa Mondini faceva parte di questo Osservatorio in qualità di Giudice Onorario rappresentante del Tribunale per i Minorenni di Bologna. La volontà comune era di sviluppare una esperienza di incontro con la Mediazione quale mezzo per impegnarsi contro il disagio nelle sue varie manifestazioni fino alla aggressività verbale e fisica, fino alla violenza;
- La formazione presso il Centre de Mediation et de Formation a la Mediation de Paris, diretto da Jacqueline Morineau a cui l’UNESCO ha proposto di stendere un progetto pilota di ricerca sullo sviluppo di una cultura di Pace e di parteciparvi per la sua diffusione;
- La collaborazione con la professoressa Jacqueline Morineau
- Il Progetto interessa tutte le componenti della Scuola, dalla Dirigenza, ai Docenti, al Personale non docente come parte del percorso fondamentale per l’accoglienza dei Giovani nella Famiglia, nella Scuola, nella Comunità. Interessa gli Studenti come parte attiva della scuola.
La Mediazione in un progetto integrato facilita una dinamica dentro e fuori la Scuola coinvolgendo il Quartiere per superare le fratture a volte esistenti appunto tra il Quartiere stesso e la Scuola.
La durata degli stage sia per gli adulti sia per gli allievi è indicativo e da quantificare in relazione ai percorsi diversificati di sensibilizzazione e formazione alla Mediazione.
Per una migliore efficienza, nella formazione dei mediatori occorre che i gruppi del percorso di Mediazione per gli studenti come per gli adulti non superino le 10-12 persone, con la possibilità di raggiungere un massimo di 15 con partecipazione volontaria dopo un primo momento di sensibilizzazione per condividere lo spirito del progetto.
Il linguaggio della Mediazione implica un lavoro di ascolto dell’altro, di stabilità emotiva dinanzi ad un’idea diversa dalla propria, di osservazione della gestualità e della mimica altrui, di considerazione per punti di vista comuni e contrastanti, di pratica del silenzio e di presa di parola.
Il linguaggio della Mediazione è quello dei segni, del non detto, della domanda dietro alla non domanda e dietro la violenza. E’ l’accoglienza stessa del disordine ad offrire l’opportunità di ritrovare la strada dell’intesa e il superamento del conflitto e delle tensioni. E’ quindi formazione per una cittadinanza attiva.
Diritti e doveri e comportamenti adeguati si caricano di valore quando, attraverso il sentire la sofferenza della “vittima”, l’autore dell’offesa può capire il significato della sua trasgressione e riconoscere la norma violata, per una giustizia dialogata. Occorre affrontare in modo nuovo dunque la paura del disordine: riordinare le relazioni. E’ una conoscenza di noi stessi che si raggiunge tramite la formazione, che si inserisce nel nostro quotidiano che ci permette di incontrare tutte le diversità che non recepiamo.
E il fatto di incontrare queste diversità può cambiare la nostra relazione con gli altri. Mediazione dei conflitti interpersonali per incontrare i conflitti interpersonali. Per questo motivo occorre promuovere la Cultura della mediazione intesa non come disciplina da apprendere o da insegnare fra le tante, ma come un percorso comune in una rinnovata relazione educativa in cui tutte le componenti scolastiche si fanno parti attive dentro e fuori la scuola.
Il Progetto di Mediazione, Mediazione-Riparazione, non ci può essere Mediazione senza riparazione, si colloca in un quadro di educazione alla cittadinanza, alla legalità e quindi di costruzione della responsabilità e di ricerca di modalità alternative a quelle disciplinari.
Le tre potenzialità della Mediazione
La mediazione ha dunque potenzialità preventive, curative e formative.
Potenzialità preventiva
Preventiva in quanto, intervenendo tempestivamente, può prevenire l’esplosione o l’escalation del conflitto.
Il processo vissuto nella mediazione riduce i rischi del conflitto perché consente attraverso il riconoscimento della sofferenza d’integrare e assimilare i veri fondamenti delle regole a garanzia degli individui e del gruppo sociale.
Potenzialità “curativa”
Curativa in quanto la Mediazione si prende cura del conflitto in atto, qui e ora. È l’incontro che caratterizza la Mediazione consentendo di aprire o riaprire una comunicazione alla base di possibili nuovi rapporti creando così un nuovo clima nella scuola e nel territorio.
Potenzialità formativa
La singola esperienza vissuta nella mediazione consente ad ognuno dei medianti di collegarsi con la propria capacità di partecipare alla trasformazione del quotidiano e della società; portando una giustizia che viene dalla scoperta intima di valori universali.
La mediazione offre quindi un vero apprendimento del “mestiere dell’uomo” e insegna a convivere meglio con gli altri. Lo spirito di mediazione diviene stila di vita ed entra così a far parte del modo di essere quotidiano della persona e del gruppo sociale nel quale il mediatore vive come cittadino attivo.
Inoltre la Mediazione, consentendo ai giovani di familiarizzare con le situazioni di opposizione, senza drammatizzarle, insegna loro ad accogliere la diversità, il disaccordo, la discordia, la separazione, la tristezza, la sofferenza, senza rispondere con la violenza, a rispettare gli altri rispettando se stessi, a trovare il gusto e la strada dell’armonia, in sintesi a vivere davvero.
Del resto nel d.p.r. 24 giugno 1998 n. 249 Statuto degli studenti e delle studentesse si dice all’art. 4 che “le sanzioni sono sempre temporanee, proporzionate all’infrazione disciplinare e ispirate, per quanto possibile, al principio della riparazione del danno. Esse tengono conto della situazione personale dello studente. Allo studente è sempre offerta la possibilità di convertirle in attività a favore della comunità scolastica”.
Così modificato: Le sanzioni sono sempre temporanee, proporzionate alla infrazione disciplinare e ispirate al principio di gradualità ‘nonche’, per quanto possibile, al principio della riparazione del danno. Esse tengono conto della situazione personale dello studente, della gravita’ del comportamento e delle conseguenze che da esso derivano.
Allo studente e’ sempre offerta la possibilita’ di convertirle in attivita’ in favore della comunita’ scolastica. (DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 21 Novembre 2007, n. 235. Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 24
giugno 1998, n. 249,concernente lo statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria
(GU n. 293 del 18/12/2007)
‘introduzione del concetto di “riparazione” infatti non mira a disconoscere l’importanza di un serio lavoro sulla responsabilizzazione, proprio perché propone di lavorare nella prospettiva di una “responsabilità verso qualcuno” mediante l’incontro diretto con chi subisce o ha subito le conseguenze della violazione, superando il mero concetto – spesso astratto soprattutto per un giovane – di “responsabilità per qualcosa”.
Il paradigma riparativo permette di trovare favorisce la ricucitura del legame sociale violato, potrebbe permettere ai ragazzi di lavorare in modo attivo sul concetto di responsabilità e di ripristinare, per quanto possibile, un clima sereno nelle classi e a scuola, rendendo effettivo il passaggio da un’ottica puramente e immediatamente punitiva ad una visione basata sul primario obiettivo di riparare il danno causato.
Azioni
Le azioni sono progettate tenendo in considerazione il lavoro svolto nelle scuole e prevedono:
- La necessaria formazione alla Mediazione dei conflitti.
- L’indispensabile diffusione della cultura della pacificazione del conflitto e del dialogo attraverso la sensibilizzazione a più livelli, al fine di prevenire gli effetti secondari del conflitto e le sue degenerazioni in atti di soprusi e prevaricazioni.